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CIAO MARCO, SIAMO STATI I PRIMI A LOTTARE CON TE

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Pubblicato in cronaca · 14 Ottobre 2020
Tags: marcodianauranioimpoveritomarcodiana
CIAO MARCO, SIAMO STATI I PRIMI  A LOTTARE CON TE CONTRO CHI TI HA MANDATO A MORTE TRA L'URANIO IMPOLVERITO.
NON DIMENTICHEREMO IL TUO SACRIFICIO DENUNCIATO NEL PRIMO STORICO CONVEGNO A TEMPIO PAUSANIA, CON TE PRESENTE.

È morto a Cagliari Marco Diana, ex maresciallo dell'esercito, protagonista della lotta contro l'utilizzo dell'uranio impoverito nelle missioni militari all'estero. Originario del Sulcis, Villamassargia, aveva cinquanta anni e da più di venti conviveva con un tumore al sistema linfatico. Lo aveva contratto dopo l'esperienza in Somalia nel 1993, dove vestiva la divisa del corpo scelto Granatieri di Sardegna a cui era seguita quella nei Balcani, in Kossovo, fino al 1998. Il suo volto, la sua voce, e l'estenuante impegno nella controversia contro lo Stato e le istituzioni accusate di esporre i militari italiani a sostanze cancerogene sono state di stimolo per decine di altri malati arruolati. Con le sue battaglie legali e proteste, dai cartelloni agli appelli social degli ultimi anni, ha contribuito a sollevare altri casi come il suo, e infrangere l'omertà sulle malattie da missione. Il suo spirito è riassunto in una frase: "Non è una lotta personale, ma è quella di tutti i servitori dello Stato che si sono ammalati nell'assolvere il loro dovere".

Più volte Diana ha denunciato di sentirsi solo, abbandonato dallo Stato. Ma è comunque andato avanti fino a ottenere un risarcimento da un milione di euro nel 2005 e la causa di servizio con una pensione privilegiata "da invalido militare". Nei documenti non si fa cenno all'uranio impoverito ma ad "altre sostanze cancerogene" con cui Diana, e i colleghi, sono entrati in contatto. Nei suoi racconti dettagliati il confronto tra le protezioni inesistenti degli italiani a Mogadiscio, durante l'operazione Restore hope, e quelle degli americani: "I missili sparati dai loro elicotteri sollevavano enormi nuvole di polvere bianca. Quella polvere ci avvolgeva e noi la respiravamo. Sembravano dei marziani, mentre noi stavamo in maglietta e calzoncini, esposti a tutte quelle strane polveri". Su malattie e morti tra le fila dei militari all'estero nel 2018 è stata presentata la relazione finale della Commissione parlamentare d'inchiesta sull'uranio impoverito che ha indagato su malati e morti: per gli esperti c'è un nesso tra tumori ed esposizione. Nonché si rilevano meccanismi tra i ranghi della Difesa per "offuscare i rischi" e "arginare le responsabilità dei reali detentori del potere".

Per Diana, da sottoufficiale in congedo, il riconoscimento dell'indennizzo non è stato comunque la fine della lotta. La malattia di servizio accertata andava sempre sottoposta a nuovi esami. E poi i ritardi nei pagamenti, le spese continue per integratori e viaggi sanitari. Per questo nel 2013 aveva messo in vendita la casa, la vigna e qualche terreno. E appena quattro anni fa, nel 2016, per un rimborso da 20mila euro, non concesso dalla Difesa, aveva pubblicato su Youtube il video "Io sono vivo", poi rimosso. Per i toni utilizzati era stato denunciato per vilipendio delle istituzioni costituzionali e delle forze armate, nonché per tentata truffa in concorso per non non essersi presentato a una visita medica.



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